maggio 13, 2008

Septimus | Septimus


Ora Septimus torna silenzioso nel suo sottosuolo ed esplora curioso la realtà mutata che da lungo ignorava.


Ora Septimus striscia beato nella pace di una vita piena di luce.


Eppure Septimus striscia inquieto nella perplessità parassita di una vita.


Ed è l'ombra di Septimus che vive, non la sua verità.


Per l'ombra anche il nero è luce. Ingannevole sottosuolo ombroso.


L'ombra non sente l'odore muffoso delle cantine dove la superficie accatasta silenzi e caos.

L'ombra si aggira illusa.


L'ombra scava a mani nude convinta di andare a fondo. Non sa che invece dovrebbe guardare in alto. E le mani affondano in topi e vermi. Carne in cui affonda soddisfatta, convinta di capire e possedere.


In alto la luce si allontana, mentre l'ombra si immerge vuota cadendo nella trappola delle tele umane che cuciono la terra e i continenti con punti infetti.


L'ombra rimane, un cadavere stritolato, dimenticato, se non dai topi.




Nessun commento: